Babywearing: il contatto che aiuta non solo in casa, ma anche in ludoteca o al nido!

3 Mag, 2022
silvialombardo

PORTARE I BAMBINI IN FASCIA NON DOVREBBE ESSERE APPANNAGGIO SOLO DELLE MAMME: PATRIZIA LANCIA DELL’ALBERO DELLA VITA DI ARDEA E LINDA COVATO, DOULA E COLLABORATRICE DELL’ASSOCIZIONE, CI RACCONTANO COME  IL BABYWEARING POSSA ESSERE PREZIOSO AL NIDO, CON GLI ALTRI COMPONENTI DELLA FAMIGLIA E NEI REPARTI MATERNITÀ

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UN BEL REGALO PER UNA DONNA INCINTA O UNA NEOMAMMA? UNA FASCIA PER IL BABYWEARING

Quanto ho avuto Diana uno dei primi regali della premiata ditta ZiaNiki&ZiaFra è stata una bellissima fascia per portare la nana. Il passo successivo è stato farmi spiegare dalla mia amica Tiziana come indossare la mia piccola e capire se anche io che ho avuto un incidente con frattura somatica della prima vertebra lombare e uno schiacciamento di un disco intervertebrale potevo cimentarmi nel babywearing.

Il nostro primissimo giro in fascia e la foto con cui chiesi a Tiziana "Ho fatto bene?"
Il nostro primissimo giro in fascia e la foto con cui chiesi a Tiziana “Ho fatto bene?”

Sorprendentemente l’effetto porchetta è durato non più di 10 minuti: dopo un po’ di legature sbagliate – fatte, per fortuna, con un bambolotto – ecco lì che ero pronta a partire con la mia piccoletta di allora 5kg, in giro per casa e per la città!

Oltre alla comodità, la prima cosa che mi ha fatto scegliere di sperimentare il portare in fascia è stato il fatto che avevo sentito che riduceva le dolorose colichette che affligevano Diana e come lei tanti altri cuccioli. Ed in effetti, Diana si calmava subito, si addormentava e io me ne andavo in giro tranquilla.

La cosa però a cui non avevo pensato e che mi ha stupita è stato scoprire grazie a una chiacchierata con Patrizia Lancia, presidentessa dell’Associazione culturale L’Albero della Vita di Ardea – un’associazione culturale senza scopo di lucro che opera principalmente sul territorio di Ardea, Aprilia e nella zona di sud di Roma – di un caso di difficile inserimento presso l’Associazione Educativa Comequandofuoripiove, seguito dall’Associazione e brillantemente risolto proprio grazie al Babywearing.

Assieme a lei, Linda Covato, doula (una figura per molti ancora misteriosa, della quale spero di parlarvi presto), consulente del portare e operatrice olistica materno infantile che lavora, grazie a queste sue specializzazioni ad hoc, per favorire la migliore esperienza di maternità, e genitorialità, possibile.

IL BABYWEARING COME AIUTO PER L’INSERIMENTO ALL’ASILO NIDO

Patrizia Lancia è stata una delle primissime persone con cui ho avuto modo di parlare da quando ho aperto Roma03 e spesso ci facciamo qualche breve chiacchierata nel mondo virtuale. Seguo sempre con piacere lo sviluppo della sua associazione e ho appreso con sorpresa di questo difficile inserimento di un bimbo al nido, risolto grazie al contatto umano attraverso una fascia e le sapienti mani di Patrizia Lancia Mamma Peer, che ha inserito la fascioteca della associazione all’interno della associazione comequandofuoripiove.

Babywearing
Babywearing

Le Tate dell’Associazione Educativa Comequandofuoripiove – didattica outdoor educazione libertaria 0/6 anni hanno adottato già da tempo l’utilizzo di supporti per l’alto contatto per gli inserimenti che richiedono più delicatezza e maggiore contenimento e conforto. Avendo la fascioteca all’interno del nido stesso, e la mamma peer a disposizione, e la consulente quando necessita,  si stanno sfruttando le potenzialità di entrambi i luoghi di crescita, sempre al servizio del benessere dei bambini. L’Associazione Educativa Comequandofuoripiove ha offerto all’Albero della Vita uno spazio gratuito all’interno della propria sede: insieme, le due associazioni, hanno cercato soluzioni di condivisione degli spazi, al di fuori degli orari del nido.

“Crediamo che questa esperienza sia da ripetere in ogni luogo in cui ci sono dei bambini e in cui si promuova non solo la loro indipendenza, ma anche il loro bisogno di essere bambini, con i loro momenti di forza e i loro momenti di sconforto, che se accompagnati con dolcezza, possono essere ricordati con amore e senza vivere traumi.
In questo momento nella fascioteca abbiamo a disposizione vari supporti dalla nascita fino anche ai bimbi più grandini, in età prescolare.
I supporti possono essere gratuitamente provati, conosciuti, e se serve noleggiati per un periodo di tempo limitato, per poi essere più sicuri del supporto da acquistare successivamente. Siamo felici di questa esperienza e speriamo che possa essere un faro però molte altre strutture che accolgono i bambini”
Le Tate dell’Associazione Educativa Comequandofuoripiove

Lascio quindi, con piacere, la parola a Linda Covato che ci racconta il suo lavoro.

I servizi dell'Associazione L'Albero della Vita
I servizi dell’Associazione L’Albero della Vita

“Portare” il benessere: i benefici del portare bambini e neonati in fascia – a cura di Linda Covato, Doula e collaboratrice dell’Ass. L’Albero della Vita

Viviamo in un mondo che ci costringe a fare, a trovare soluzioni immediate, senza lasciarci il lusso di stare nelle sensazioni, nelle emozioni, di vivere ogni situazione nel momento presente in cui essa si verifica.

Il mio lavoro mi porta a stretto contatto con la maternità e di conseguenza con la genitorialità e i bimbi. E quando lavoro con una mamma, o con una coppia di genitori, o con chiunque scelga di rivolgersi a me, quello che cerco di promuovere è il benessere. Non come qualcosa di artificiale, da fare, o da comprare, ma proprio nel senso olistico sentirsi bene.

BABYWEARING: UNO STRUMENTO PER MAMMA, PAPÁ, NONNA, NONNO E GLI ZII

Il babywearing può essere uno strumento nella ricerca di questa sensazione di benessere. La maggior parte delle volte lavoro con le mamme, ma non mi stanco mai di ripetere che chiunque interagisca con il bambino, può partecipare alla pratica del babywearing: il papà, zie, zii, nonni.

In ambito scolastico è ancora, perlomeno in Italia, piuttosto raro incontrare strutture che permettano alle educatrici di utilizzare fasce, marsupi, Mei Tai con i bimbi ospitati nelle strutture; è ancora molto forte l’idea che i bimbi possano essere viziati da questa forma di contatto.

Quando insegno a una neo mamma, ancora nel vortice delle emozioni del puerperio ad indossare la sua prima fascia, la cosa che amo di più è il suo viso, e una volta che ha finito di indossare il proprio bimbo, quel sorriso, quell’espressione felice e gratificata. Un passo in avanti per riconquistare la propria integrità e la sensazione di essere capace nel nuovo ruolo della madre.

I papà, portando i propri bimbi riescono a partecipare all’esperienza della genitorialità sin dalle prime settimane, svolgendo un ruolo attivo che giustamente reclamano sempre più spesso. Anche i nonni e gli zii riescono in questo modo a godere di momenti di intimità con i bimbi nati da poco, in modo speciale.

 

Ci sono poi tutti i risvolti pratici del portare. La frase più ricorrente è finalmente posso avere le mani libere. Non si tratta solo di un aspetto pratica, ma della possibilità di riconquistare autonomia e indipendenza continuando nel contempo ad accudire il proprio bimbo, a provvedere ai suoi bisogni di contenimento e contatto.
L’ambito familiare è quello in cui il babywearing trova la sua massima applicazione, ma ovviamente non è l’unico caso.

IL BABYWEARING A SCUOLA

Proprio in virtù del fatto che ogni bimbo è unico e irripetibile, anche la scuola dell’infanzia, oltre a ludoteche ecc., possono essere situazioni in cui il portare sia benvenuto. I benefici sarebbero innumerevoli non solo per i bimbi portati, ma anche per le educatrici. Poniamo il caso di una classe di in cui ci sono una decina o più di bambini e due educatrici, in cui la maggior parte dei bimbi è intenta a giocare ma uno di loro si senta stanco e mostri segni di sonnolenza. Una fascia permetterebbe a una delle educatrici di indossare il bimbo che ha bisogno di riposare addormentandolo e nel contempo rimanere con il resto della classe.

Il dubbio che potrebbe venire è che se si fa in questo modo per un bambino, allora vorranno fare così tutti quanti? La mia risposta è che i bimbi sono piccoli ma molto intelligenti ed empatici.  Riescono perfettamente a distinguere quando un compagno ha bisogno di qualcosa di diverso da loro. Inoltre difficilmente lasceranno un’attività che li sta interessando e divertendo per qualcosa di fermo e statico come il riposino, se non saranno stanchi.

 

IL BABYWEARING E LA SUA POSSIBILE DIFFUSIONE IN FUTURO

Anche in ambito sanitario e sociale il babywearing potrebbe avere una maggiore applicazione.

  • Sono ormai noti i benefici della kangaroo mother care nei nati prematuri.
  • Si potrebbero portare i bimbi senza genitori, o in attesa di adozione/affidamento
  • Si potrebbe promuovere il babywearing tra i genitori di bimbi sottoposti a un lungo ricovero, qualora i genitori lo desiderino e in assenza di patologie che non lo permettano. In situazioni di patologie, o malessere essere soli o abbracciati a qualcuno può fare una grande differenza.
  • Il portare può anche essere uno strumento di recupero delle proprie tradizioni e identità in ambito socio culturale: le donne africane sono solite portare i propri bimbi, ma spesso una volta in Italia abbandonano una pratica che per loro è confortevole per passare ai passeggini in un’ottica di maggiore integrazione. E se invece sapessero che anche in Italia si porta, anche se in modo differente? Se si promuovesse uno scambio di stili del babywearing, ognuno sarebbe comodo nella propria scelta, nella propria modalità, si sentirebbe bene. Magari potrebbe continuare a scegliere il passeggino, ma sarebbe una scelta volontaria.

È ancora molto presente l’idea, è bene ripeterlo, che il bimbo possa essere viziato dal troppo contatto, ma grazie alle attuali evidenze scientifiche si sta facendo strada l’idea che il contatto sia un bisogno, che faccia bene al bimbo, quanto a chi porta. E se ci si sente bene, oltre al fatto che ci siano aspetti di praticità, comodità, divertimento, condivisione, il gioco è già fatto non c’è altro da dire. Sentiamoci bene e godiamocela.

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