Coronavirus in Italia, cosa c’è da sapere: contagio e sintomi

3 Mag, 2022
silvialombardo

Il Coronavirus, isolato allo Spallanzani, ha seminato il panico: ma c’è davvero da avere paura? Ecco cosa c’è da sapere su sintomi, contagio, conseguenze e cure per adulti e bambini

La notizia dei due turisti affetti da Coronavirus, a Roma ha generato un’ondata di panico da possibile contagio che sembra non placarsi. Del resto, quando si parla di “mortalità” le paure più recondite riaffiorano con veemenza, soprattutto in relazione all’incolumità dei nostri figli.

Cristina Mustazza Dottoressa coronavirus roma

Abbiamo quindi pensato di chiedere alla Dottoressa Maria Cristina Mustazza, Specialista in Chirurgia maxillo Facciale, PhD in Neuroscienze, Dirigente Medico di I livello c/o UOC MCAU ASL Rieti e Consulente Medico per First Aid Aeroporti Di Roma SPA, di spiegarci questo Coronavirus e toglierci qualche dubbio su sintomi e accortezze da tenere per limitare al massimo il rischio di contagio.

Che cos’è il Coronavirus ed è vero che può essere definito semplicemente come una polmonite “un po’ più pesante?”

I Coronavirus sono dei virus respiratori a RNA, ovvero che utilizzano l’RNA come materiale genetico, che si trovano negli animali e negli uomini e possono causare malattie che vanno dal comune raffreddore alla Sindrome Respiratoria Mediorientale (MERS), e alla SARS (Sindrome Respiratoria Acuta). Capita, a volte, che alcuni di questi virus subiscano una mutazione – chiamata delezione – e che riescano a fare il salto dall’animale all’uomo, adattandosi rapidamente alla nuova specie tanto da poter essere trasmessi da persona a persona.

Il nuovo Coronavirus, identificato e sequenziato per la prima volta nella città di Wuhan in Cina, è di origine animale ed è simile, ma non del tutto, a quello della SARS, col quale condivide dal 70 all’80 % del patrimonio genetico. La trasmissione è interumana e avviene attraverso contatti stretti, per via aerea. Nei casi più importanti, definirlo ‘una polmonite un po’ più grave’ è forse un po’ riduttivo: il Coronavirus, infatti, è strettamente correlato a quello della SARS ed è quindi potenzialmente letale.

Non a caso, l’OMS ha dichiarato l’Emergenza Sanitaria Globale e, benché per il momento sia classificato come un virus di tipo B quanto a pericolosità (al pari di quelli della SARS, dell’AIDS e della polio), viene comunque gestito come se fosse appartenente alla classe A (la stessa del colera e della peste).

Microscopio: Emergenza coronavirus

E’ vero che il virus può essere presente anche in assenza di sintomi e che diventa contagioso solo nel momento in cui quei sintomi si manifestano?

L’incubazione della malattia, secondo le stime correnti riprese dall’OMS, varia da 2 a 14 giorni (incubazione media 2-7 giorni) e il contagio può provenire anche da pazienti che non manifestano sintomi conclamati.

I sintomi più comuni sono: febbre, tosse secca, mal di gola, diarrea, difficoltà respiratorie. Dalle informazioni disponibili attualmente, sembra che il Coronavirus possa causare sia forma lieve, che potremmo definire simil-influenzale, sia una forma più grave. Non sono tuttavia escluse forme intermedie di gravità.

Vengono considerati sospetti i casi di persone che presentano:

un’infezione respiratoria acuta grave (SARI) accompagnati da febbre e tosse che richiedano il ricovero in ospedale (escludendo altre cause responsabili di tale quadro clinico) e uno qualsiasi dei seguenti criteri:

  • storia di viaggi nella città di Wuhan (e nella provincia di Hubei), Cina, nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia;
  • la malattia si verifica in un operatore sanitario che ha lavorato in un ambiente dove si stanno curando pazienti con infezioni respiratorie acute gravi di origine sconosciuta

un decorso clinico insolito o inaspettato, legato in particolar modo a un deterioramento improvviso nonostante un trattamento adeguato

una malattia respiratoria acuta e che, nei 14 giorni precedenti l’insorgenza, abbiano assistito a livello sanitario, lavorato a stretto contatto, condiviso la stessa classe, vissuto nella stessa casa o viaggiato con un paziente affetto da Coronavirus

un caso confermato sintomatico d’infezione da nuovo Coronavirus

un accesso a una struttura sanitaria in un Paese in cui sono state segnalate infezioni da Coronavirus

un contatto stretto con animali nei paesi in cui il Coronavirus è noto

Bambina malata emergenza coronavirus

Quali sono i soggetti più a rischio quando si parla di mortalità? Ma soprattutto quanto può essere rischioso per un bambino contrarre il Coronavirus? E quali condizioni di salute possono rivelarsi propizie perché il virus attecchisca?

Come per tutte le malattie, una forma inizialmente lieve può trasformarsi in una più grave: questo è vero soprattutto nelle persone anziane e in quelle con condizioni cliniche croniche preesistenti, come ad esempio ipertensione, problemi cardiovascolari, diabete, patologie epatiche e respiratorie. Basti pensare che le informazioni relative ai decessi riscontrati finora, hanno evidenziato, in tutti i casi, la presenza contemporanea di più patologie diverse e un’età superiore ai 45 anni. Il che porta a supporre che bambini e soggetti sani-giovani, statisticamente, abbiano meno probabilità di contrarre il virus in maniera potenzialmente fatale.

Coronavirus: lavare bene le mani

Quali accortezze è bene prendere per cercare di ridurre al minimo le probabilità di contagio, non solo dal Coronavirus, ma più in generale da virus e batteri?

Essendo una malattia nuova, ancora non esiste un vaccino o un trattamento specifico valido per tutti i pazienti e questo genera un certo timore, anche se oggi il Ministro della Salute ha annunciato che i medici dello Spallanzani hanno isolato il virus, facendo un decisivo passo avanti nello sviluppo futuro del vaccino. Sappiamo che il 31 gennaio il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria che durerà sei mesi, in seguito alla decisione dell’OMS che ha dichiarato l’Emergenza di Sanità Pubblica di interesse internazionale. In Italia, nel pomeriggio del 30 gennaio sono stati confermati i primi due casi di contagio: si tratta di due turisti cinesi attualmente ricoverati presso il centro di riferimento Spallanzani di Roma, in regime di isolamento.

Il nostro Paese ha immediatamente attivato ogni misura di prevenzione e sorveglianza. Sin da subito sono stati implementati controlli aeroportuali per i cittadini provenienti dalle zone sede di focolaio. In apposito spazio aeroportuale, denominato “canale sanitario”, presso gli scali di Fiumicino e Malpensa è stato previsto il passaggio obbligatorio sotto scanner termografici per tutti i passeggeri dei voli che provenivano da Wuhan. Tale misura è stata successivamente estesa a tutti i voli provenienti dalla Cina. Oggi sono stati addirittura sospesi tali voli e qualora dovesse essere segnalato un caso sospetto a bordo di qualsiasi altro aeromobile, verrà attivata la sorveglianza per la possibile attuazione della quarantena a cui dovranno attenersi tutti coloro che hanno avuto un contatto stretto con la persona contagiata.

Ovviamente non è il caso di partire per la Cina o di affollare PS/DEA e quindi è fondamentale farsi aiutare dai pediatri e dai medici di base per la diagnosi dei sintomi (che potrebbero essere legati a una semplice influenza). Noi per primi, infatti, dobbiamo rassicurare la popolazione ed evitare qualsiasi allarmismo. Le mascherine, ad esempio, non servono ai sani, ma a malati, medici e infermieri. Quindi la corsa al “compriamo le mascherine e le indossiamo” è assolutamente inutile. Così come è inutile credere alle molte fake news che girano in questi giorni come quelle sul cibo cinese, sugli abiti, sui giocattoli o sull’uso preventivo di farmaci. La vita continua e non si può vivere sotto una campana di vetro: bastano alcune accortezze per stare più sereni.

Per ridurre l’esposizione ed evitare il raggio di trasmissione di malattie a carattere infettivo, infatti, è sempre importante mantenere una buona igiene personale, lavandosi bene le mani; utilizzare fazzoletti in caso di tosse e raffreddore; evitare di mettersi le mani in bocca o negli occhi se non pulite; e, naturalmente, tenersi lontani dalle persone che manifestano sintomi sospetti”.

Ricordiamo che la situazione è in rapida evoluzione e le informazioni cambiano e vengono aggiornate di giorno in giorno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute.

Il numero di pubblica utilità – 1500 – attivo 24 ore al giorno oltre alla raccolta di segnalazioni di casi sospetti, fornisce anche informazioni alla popolazione sul virus e sulle misure di prevenzione. Tutti gli aggiornamenti possono essere consultati sul sito del Ministero della Salute www.salute.gov.it.